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La critica

- Gianfalco Masini, toscano delle terre ondulate della lucchesia, ci aiuta ad entrare nel "mondo che fu e che può essere", conducendoci tra draghi ed unicorni, in situazioni dove l'occhio e la mente del viandante ritrova finalmente se stesso nonostante gli apparenti pericoli di presenze difficilmente rintracciabili in una enciclopedia scientifica ma piuttosto di casa nei bestiari. -

(Le ore nelle stagioni dei sogni, Galleria Fogolino, Trento 1987, Danilo Eccher)

- … Se il sogno e la fiaba si incontrano come fratelli, l'uno penetra nell'altra, il mare e i pesci sostano sulla sabbia nell'attesa dell'abbraccio dei graffiti degli uccelli, del mago che è saldo come un pilastro decorato. Questa è anche poesia. La pittura gioca la sua partita sulle linee della prospettiva che sale fino all’azzurro delle acque, ogni linea ha il proprio comparto di personaggi inventati. Il sogno è la libertà della notte, l'attimo dell’invenzione insperata, l'illimite che prende il sopravvento sul limite e lo trascina fuori strada per trasgredire la logica che si nasconde dietro un muro, fa capolino qua e là e poi fa scempio della banalità, minaccia i giocatori che corrono su un bianco piano ideale, inventano neve e cavalli, pali e sassi, con i "tre spettatori" insoliti che guardano immobili l’impossibile divertimento: anche il sogno è divertimento, è invenzione tratta dalla vita di ogni giorno, è perfetta possibilità di esistere in incognito come maschere, creazione e immediata cancellabilità del tutto, fantasia incontrollata che crea tutto con la sua bacchetta magica… -

(Il sogno secondo Gianfalco, luglio 2004, Dino Carlesi)

- Storie e fantasie, metafora e leggenda, meditazione sulla morte e sulla vita, intrecciate e alternate, frutto di una scelta operata sul lavoro dell’ultimo settennio, dove il soggetto rimane una pittura risoluta e precisa, matericamente ricercata e viva. -

(L'umanità, Roma, 1986, Ennio Pouchard)

- E' un mondo di pura invenzione, in continuo dialogo con la personalità del suo autore. Le superfici, sovrapponendosi a larghe zone o distendendosi per lo più a strisce orizzontali, attraversano e compongono qualsiasi soggetto: diventano elemento stilistico non trascurabile nella costruzione di questi "paesaggi della memoria" e sintetizzano la visione con fragrante attualità spazio-temporale. -

(Catalogo intorno all’immagine, Lucca, 1988, Ernesto Borelli)

- Sono personaggi leggendari che sembrano discendere da cantari cavallereschi, animali fantastici da bestiario medioevale, splendidi nelle loro vesti sontuosamente ornati. Ad essi si deve guardare avendo l'animo disposto alla meraviglia, per coglierne la suggestione magica, perché alla complicità della fascinazione teatrale invita il pittore con la sua fastosa apparecchiatura visiva. -

(Liberi Insieme, Lucca, 2006, Nicola Miceli)

- E' qui che si affaccia la surrealtà. Gianfalco Masini si spinge sul terreno ambiguo, e per certi versi infido, in cui la forma allude a qualcosa di diverso: si insinua l'ironia, irrompe il gusto giocoso della trasposizione. Masini non teme le contraddizioni interne alla pittura: anzi, vi insiste con il suo tipico spirito toscano. Il paesaggio si anima di figure inventate, magari grottesche; le impronte che si stagliano sulla superficie sono come magmi, larve, impregnazioni psichiche. La fantasia può prendere il volo. La realtà (paesaggio o figura) diventa un pretesto. -

( Dal reale al fantastico, Ponzano Veneto, dicembre 1992, Paolo Rizzi)

- ...Una apparizione, una astanza; le figure e le cose inventate dall'artista preesistono al loro incontro con lui, sono state in attesa di questa "rivista". Zoologia e paradiso, mistero e gioiosa ricognizione nella favola come rinnovata spinta alla fiducia, antiromanzo come anacronismo, ma racconto come evasione... -

(Marcello Venturoli)

Un pittore nostrano, emblema di quel filone fantastico che solo la nostra Lucca è capace di ispirare e nutrire, valica i forti confini delle mura urbane. Questa volta è La Spezia a issare ben alta la bandiera della gloriosa cultura figurativa lucchese. Gianfalco Masini, il mitico Gianfalco, sbarca nel porto ligure con una personale, breve nella durata ma vivace nelle intenzioni. Alle ore 18 di oggi il Circolo Ufficiali Marina Militare “Vittorio Veneto” di Viale Italia vedrà il taglio del nastro inaugurale di questa mostra assolutamente imperdibile, aperta fino al 5 luglio. La serie dei quadri, dagli ottimi cavalli di battaglia ai mirabili pezzi messi su per l’occasione, hanno per tema il mare, il mare amato, vissuto, dove sognare e naufragare. Gianfalco ha una barchetta nelle acque di un pelag o profondo, dove solca da solo in balia dei suoi pensieri: la sua pittura è un naufragio su un'isola che c'è. Un’isola di terre ondulate pullulanti di simboli oscuri, di stregoni e unicorni, di totem misteriosi, di fantasie arcaiche, di immagini surreali sapientemente costruite, di messaggi volutamente indecifrabili che fanno specchio di sé solo quell’anima capace di mettersi a nudo per contemplare questo mondo nella sua complessità. Le tele di Gianfalco sono quello che lui stesso ha filtrato dall'anima, quello che ha deciso di rendere visibile, gioioso, intenso nella sua impenetrabilità: chissà, là dietro c’è una Sfinge che come sempre ci chiederà lo scioglimento dell'arcano o la vita. Questa è la pittura di Gianfalco, uno spiegare le vele alla volta dei sogni, un ritorno sulla terraferma del risveglio per non essere più quelli di prima. Ma quando la ragione dorme e le sirene cantano , Gianfalco fa le sue valige e ricomincia il viaggio.

(Marco Palamidessi)

Come dalla valigia di un viaggiatore incantato, rifluisce la costellazione dei sogni dalle mani sapienti di Gianfalco. Lo studio è un retrobottega di poeta trovarobe, assediato da conchiglie, giunchi, fasciami di legni corrosi, gessi, balocchi, stracci, preziose e profane reliquie: straccali depositati dai marosi della vita sulle spiagge invernali. Si ricompongono in barbarici totem, in fantastiche teche delle meraviglie gli oggetti recuperati dal loro abbandono. Occorre che si destino i sensi sofficati nel commercio accidioso dell'esistenza quotidiana per accedere ai luoghi consacrati ai colloqui delle creature.

L'artista ha puntato le vibranti antenne del cuore, e ha catturato flebili fiati, voci sommesse, scie di bagliori già fulminati, tracce non neutre di paesaggi silenti come nebulose code di comete, estremi palpiti di creature e di cose che furono, e sono in durata emozionale, nella deriva dell'essere. Per sortilegio al crocevia dell'opera si compie il miracolo del riconoscimento nostro nalla ritrovata identità dei frammenti che depositatono l'impronta del vissuto nel recinto ormai sacrale della pittura. L'incontro è un ritrovamento: il disvelarsi del volto segreto dell'anima.

(Nicola Miceli)

Articolo di Eleonora Romiti, pubblicato sull'italia art magazine "Monnalisa", fai click per aprire PG.1.

Articolo di Eleonora Romiti, pubblicato sull'italia art magazine "Monnalisa", fai click per aprire PG.2.

Galleria d'arte Gianfalco Masini - Lucca -